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CANTONEDimmi come cammini, e ti dirò chi sei

03.05.24 - 06:30
"Japanese Girl" è il primo dei tre singoli che i Monte Mai pubblicheranno nel corso del 2024
MONTE MAI
Da sinistra: Anaïs Schmidt, Fabio Pinto e Fabio Besomi.
Da sinistra: Anaïs Schmidt, Fabio Pinto e Fabio Besomi.
Dimmi come cammini, e ti dirò chi sei
"Japanese Girl" è il primo dei tre singoli che i Monte Mai pubblicheranno nel corso del 2024

LUGANO - È il giorno di "Japanese Girl", il nuovo singolo di Monte Mai e il primo dei tre che saranno pubblicati nel corso del 2024. Sarà un vero e prossimo assaggio del prossimo album della band ticinese, che arriverà nel marzo 2025.

L'avvisaglia di un nuovo corso - «È stato abbastanza istintivo identificare questo come il primo dei tre singoli» spiega Fabio Besomi (basso, synth, elettronica) nel corso di una conversazione telefonica che ha visto la presenza anche di Fabio Pinto (voce e chitarra) e Anaïs Schmidt (voce e synth). Un brano incisivo, senza orpelli e fondato, nella strofa, su un saltellare del cantato maschile. «Questo pattern ritmico-melodico della voce è una sorta di nuovo corso, c'è un lavoro diametralmente opposto a livello di costruzione dei pezzi». "Japanese Girl" è registrato in presa diretta con l'aggiunta, fatto inusuale per i Monte Mai, di un batterista. Che non entrerà a far parte della formazione live, almeno per ora: «Sarebbe bello, ma con i cachet che girano...» sottolineano sconsolati Besomi e Pinto.

L'analogico al centro - «C'è stata una serie di accorgimenti più analogici rispetto al precedente album», ovvero "Eye Sea Double" del 2023, «dove eravamo noi tre davanti al computer, a fare input in sequenza». La scelta, aggiunge Besomi, è stata quella di «organicizzare il suono» e questo «fa parte delle corde di Domi Chansorn», il produttore (e antico compagno di Pinto al Conservatorio a Berna) che sta lavorando insieme al trio ticinese su questi brani. «Lui utilizza molto gli strumenti analogici, ha una specie di museo del sintetizzatore». Conferma Schmidt: «L'analogico è prevalente in questo album. "Japanese Girl" è il primo assaggio di quello che verrà dopo».

L'unione fa la forza - Il cambio di rotta c'è, aggiunge Pinto, «ma non è così radicale. È una sublimazione, forse, è l'aver trovato un'identità che unisce veramente il trio». Mai come ora, quindi, i Monte Mai sono stati «uno e tre», per usare ancora le parole di Pinto: tre musicisti con caratteristiche differenti, ma uniti da un obiettivo comune. Che permette di andare agevolmente oltre quelle che sono le differenze di età in seno alla band. «Abbiamo trovato un modo di mettere d'accordo tre generazioni diverse, con influenze musicali artistiche e culturali differenti», spiega Besomi che, avendo superato la soglia dei 50 anni, è il più "anziano" dei Monte Mai (mentre Pinto si avvicina alla quarantina e Schmidt alla trentina).

Nei passi, la cultura - Facciamo però un passo indietro: chi è la "Japanese Girl" che dà il titolo al singolo? «È un brano che parla di differenze culturali e lo fa attraverso questa fantomatica ragazza giapponese dalla camminata veloce e anche un po' goffa, se vogliamo», spiega Besomi. Sebbene ci sia una vera ragazza originaria del paese del Sol Levante a fungere da ispirazione, c'è una certa dose d'interpretazione che sta all'ascoltatore aggiungere. «È attraverso il proprio mondo interiore che si rileggono la musica è il testo». Aggiunge Schmidt: «Penso che l'immagine da catturare sia che la nostra cultura traspare da come si cammina. Un passo ritmato, delicato ma deciso e si traduce in quella che è la protagonista della canzone».

Proprio oggi prenderà al via a Zurigo il tour che vedrà impegnati i Monte Mai tra Svizzera e Italia, con una tappa ticinese in programma il 10 maggio al Lido San Domenico

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